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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — m -
   della Tosa morta nel luglio del 1347 » ('). Posso aggiungere qualche altra notizia. Nerone, del popolo di S. Lorenzo, mercante dell'arte di Calimala, era stato uno de' priori nel 1327, al tempo della signoria del duca di Calabria; nel 1330 si sciolse da una società, che trafficava con l'isola di Cipro. Priore parecchie altre volte, e due volte gonfaloniere di giustizia (1336, 1350), nel 1337 intervenne come uno de' sei aggiunti per l'arte di Calimala, a un' adunanza del consiglio delle Capitudini, alla quale intervenne anche Giovanni Villani, il cronista. Ebbe un figliuolo, nel quale rifece suo padre Nigi (2). Egli aveva « turpissima sembianza » ; la moglie, non solo bella, ma anche assai colta, gustò « le acque Castalie », tentò « l'altezza di Cirra », e forse per questo ebbe relazioni con Sennuccio del Bene, che le diresse un sonetto di garbati complimenti (8).
   II. Il nonno di Emilia, di origine plebea, era stato probabilmente filatore o tessitore (4); il padre clie passò « negli ozi de' nobili » la breve vita, morì
   (!) La Vita Nuova ; Pisa, 1884, 47. Disse l'orazione funebre di Mess. Odaldo il padre Itemigio Girolamo. Cfr. Scritti vari di Filol. dedicati a E. Monaci, 497.
   (2) Arch. stor. per le prov. napoletane, XXXVI, 262; Davidsohn, Forchungen, III, n. 973 ; Marchionne di Coppo Stefani, Cronaca, agli anni 1325, 28, 34, 36, 39, 50, 64; Del Vecchio e Casanova, Le Rappresaglie nei comuni medievali; Bologna, Zanichelli, 105, 191 (Nigi di Nerone).
   (8) Trovato dal Trucchi nelle « schede inagliabechiane » ; ricordato dal Crescisi, Contributo, 102.
   (4) Non mercante, corno credè il Creseini, perchè « la sollecitudine di lui era stato ne' servizi di Minerva continua », e il figliuolo non seguì « i canestri e le lane della santa Dea ». Minerva i trovò come la lana fos»c purgata, oome fosse pettinata, come filila, come fossero ordinate le fila e tessute col pettine ; come, dopo la tessitura, fosse calcata co' piedi». Boccaccio, Delle donne famose, trad. dell'Albauzuni.