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tina, cinquanta presso il mercante, una diecina tra la casa del Cavalcanti e la villa di Tripergoli, fanno in tutto quattro mesi, che non vanno oltre la metà di marzo 1362. Contando, poi, novembre per uno, col marzo finiscono i cinque mesi, ne' quali « cento volte el consiglio del suo partire » ragionò col Nelli. Si badi che, appunto nel novembre del 1361, certamente incoraggiati dalla sua accettazione, l'Accia-iuoli e il Nelli tentarono un altro bel colpo; rivolsero al Petrarca lo stesso caloroso invito, che avevan rivolto a lui ('). Si aggiunga, infine, che, tra il luglio del 1362 e l'aprile del 1363, per la morte del re Luigi, per le arti de' nemici, per l'ostilità del nunzio pontificio a Napoli, che fu eletto papa proprio nel settembre del 1362 (2) — la fortuna del Gran Siniscalco parve scossa, ed egli dovè provvedere ai ripari. Non fu quello, voglio dire, per lui, tempo da inviti a poeti, da lettura di libri, da conversazioni letterarie, da lieti riposi (8).
(!) La lettera del Nelli, in data del 6 novembre 1361, fu pubblicata dal Cochis, Lettre* de F. Nelli à Pétrarque ; Paris, Champion, 1892, 280. Al rifiuto del Petrarca, l'Acciaiuoli replicò da Messina il 18 marzo 1862; ivi, 309.
C3) Urbano V (Guglielmo Grimaldi) fu eletto il 22 settembre 1362.
(3) < Sopravvenne a Napoli, me existente in Messina, l'ora di messer lo re Loygi. Dipoi audendo eo molestamente che a Napoli erano facte leghe et oongiurazioni di non piccholi signiori nè poco potenti in derogazione dello stato di madama la regina mea donna... tornai a Napoli... Di ciò mi sequettero odii grandi, inimicizie pericolose et invidie infinite. Et in quelli medesimi tempi ohe li detti odii e inimicizie et invidie erano più ardenti e in maiore aumento, sopravvenne nostro si-gniore lo papa, che modo est, appostolieo nunzio a madama la regina, e non dubito eo, ma sono certissimo ohe dagli predetti congiurati »t dagli altri passionati e invidi emulanti le sue orecchie furono bene zufolate contro di me ». Il nunzio, eletto papa, continuò ad averlo in sospetto. Lett. dell'Acciaiuoli ad Angelo; Tanfani, 224.
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