— IO f —
del 1361, e nel dicembre potè mandare la lettera
in dialetto a Franceschino.
*
So bene di oppormi all'opinione autorevolissima del Gaspary e dell'Hecker; ma, per una ragione tanto semplice quanto inconfutabile, sono fermamente persuaso che egli ricevette e accettò l'invito dell' Acciainoli nel 1361, e scrisse l'invettiva al priore Nelli non più tardi del 1363 ('). Al Nelli, che lo aveva rimproverato di esser partito subitamente da Napoli, ed esortato a tornare, rispose:
Niuno certamente avrebbe potuto quello che tu di' scrivere che non fosse con più paziente animo da comportare, conciossiacosaché un altro potesse per ignoranza aver peccato; ma tu no, perchè d'ogni cosa sei consapevole.... Se forse di' non me ne ricordi, possibile è gii uomini siano dimentichi, ma non sogliono le cose fresche così subito cadere dalla memoria.
Che diresti tu, se, poiché queste cose son fatte, un anno grande fosse passato? conciossiacosaché non ancora il sole abbia perfettamente compiuto il cerchio suo, a Messina, in quelli dì che il nostro re Lodovico morì, di questo mio infortunio si fece parola: tu a'ventidue di aprile seguenti queste cose scrivi. Dirai eh' i' sia dimentico?
L'infortunio — la indegna accoglienza fattagli dal Gran Siniscalco — precedette la morte del re Luigi, la quale avvenne il 26 maggio 1362 (2) ; dunque il novembre della sua venuta a Napoli fu quello
(!) Il 28 di giugno, non di agosto, come stampa 1' Huttf.v, 208.
(2) Nel Castelnuovo di Napoli, non a Messina, come credette il Corazzai. — Il Faeaglu IBarbato di Sulmona, negli Studi stor. delle cose abruzzesi ; Lanciano, 1893, 146), per provare che il Boccaccio si recò a Napoli nel 1362, cita, assegnandola all' « anno seguente », la lettera a Ni'eoli) Orsini, scritta nove anni dopo.