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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   e alla tomba di Virgilio; portano meglio impresso il carattere di vere missive. La prima, breve, soddisfa in parte il desiderio di Carlo duca di Durazzo, che gli aveva chiesto de' versi e una questioncella (J). La seconda, è tirata giù con lo stesso metodo di quella esaminata innanzi; il metodo, con cui furono composte tante pagine del Filocolo: proporsi una serie di temi, e svolgerli più o meno ampiamente ad uno ad vino. Contiene, infatti: enumerazione e
   (!) Soltanto una poesia, dice I'Hutten, 39, «the poem ». — La lettera fu scritta nell'aprile del 1339. Il duca non aveva più di 18 anni, perchè in quell'anno fu armato cavaliere; non credo, perciò, che ? si atteggiasse ad uomo letterato-», e scrivesse al Boccaccio in latino, come suppone il Traversare Le lettere autografe, 20. Non so se il sermo calliopeo moderamine constitutus declarabit inferiti» del Boccaccio abbia ricordato a qualcuno la lettera di Dante a Cino da Pistoia, e la frase dantesca: Redditur ecce, sermo calliopeus inferius. Cfr. anche sementiti Raynusie e pelignensis Ovidii reverenda testatur auctoritas del Boccaccio, con Rhamnusiae spicula e auctoritatem vero Xasonis di Dante. — Nel passo: «me vivimi respiciens, ulterius mireretur qnam si liee, Ericonis cristibie vel Medee inspiee-et actiones », il Traversali darebbe a cristi/rie il valore di « oggettivo femminile col significato di maga, indovina, ecc. ». Sia Erigone non fu maga o indovina: s'impiccò per dolore della morte del padre Icaro. Nel glossario del Septem linguarum Galepinus, trovo crustibia col senso di tormentum. — Più giù il Boccaccio scrive al duca : « cum noverim vestram sublimitatem in crepidine calti gorgonci educa-tam ». Il Traversari ha ricordato cabus, cavallo castrato; il Della Torre, giustamente osservando che «qui non sarebbe adattato», propone leggere caballi, e tradurre: «sulla rocca del cavallo Pegaso, ossia sul Parnaso ». Forse cabi sta qui invece di cavi, gen. di cavum, cavità, foro: il calcio di Pegaso aprì nel sasso del monte la oavitii della fontana Ip-pocrene. Cfr. Ecl, XII:    O sorelle Castalie, che nel monte Elicona contonte dimorate d'intorno a) sacro gorgoneo fonte.
   Altre volte il Boccaccio scrisse: «antro gorgoneo».