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Abbastanza diverse da questa sono le altre due lettere scritte dal Boccaccio, mentre dimorava « sotto il monte Falerno», vicino alla grotta di Pozzuoli (l)
rantiam copiosam vaporiformitor resolvi » — cho sono parole di Ovidio liei 1 delle Metamorfosi:
... rudi» indigestaque moles, net quidquam nisi pondus iners ... lucis egens aer : nulli sua forma manebat.
Il destinatario «est iDgeniosissimus per Saturnum, per Iovem dives placabi'is, per Martora preliabilis eontra vitia, que perneeat, per Ap-pollineni luoidus et regalis et affabilis, et uni versi s per Cythereiam io-cundissimus, per deorum pioeernam mathematieus et formai is et per He-eatem humillimus et honestus ». Questo passo lieorda una pagina del I lib. dell'enciclopedia di M. Capella,. nella quale si vedono gli Dei dell'Olimpo fornir di doti la neonata Psiche: e un sonetto attribuito a Dante, Da quella luce. — Il Boccaccio, al contrario, si querela d'essere stato fatto 4 a patre Iovis deformem, ab Iperione inopem, a Gradivo rixosum, a Delyo pusillanimem, a Dvona spurcissimum Dyoneum, a Cyllenio lialbutientem et strabum, et gravem turpiter a Lucina». Analoghe enumerazioni si trovano nell 'Ibis di Ovidio, 211 sgg., nel Laborinlus di Eberardo, I, 32 sgg., ne>W Elegia del settimellese, che il Boccaccio conosceva, e che più tardi avrebbe giudicata severamente, nel sonetto di Sei- Pace Nessun pianeta, Cam. Palai. 418, 174. Citerò solo i versi dell'Argia :
Sic mihi septenis nocet impia turba planeti#, Quilibet in nostra morie pianeta funi.
Saturnus falcem, fulmen feri lupiter. orma Mars, Sol fercorem, dira venena Venus:
Mercurius virgam, cupidas feri Luna sagittas. Septem septena concitai arma cohors.
I, 81 sgg.
Anche all'enumerazione delle sette arti, in ognuna delle quali il Mamrtis miles e celle, si trovano numerosi riscontri, p. e. in A. da Settimello, III, 3 sgg., e in P. da Eboli, Lib. ad hon. Aug., 1565 sgg.
(') Cfr. Ameto : «Falerno coperto di vigne portanti vino ottimis-jiimo, ancora non forat > da Cesare »,