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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Egli ha veduto, o creduto vedere, non si sa bene che cosa; può essersi ingannato davvero, aver avuto un'impressione falsa. Il Della Torre suppone abbia veduto « un improvviso rossore della sua donna » all'improvviso giungere o passare d'un altro giovine. Si tratterebbe di un mero sospetto o, se si vuole, d'un « tristo annunzio di futuro danno » ; non ancora di « tradimento » consumato. Ma è, senza fallo, Maria la donna corrotta da Baia? Se è proprio lei, Maria, che, nella Fiammetta, incolpa Baia perchè « rade volte o non mai vi s'andò con mente sana, che con sana mente se ne tornasse » ! Proprio a lei (') « già molte volte » era parso che là, più che in qualunque altra parte, « eziandio le più oneste donne » solessero posporre alquanto la donnesca vergogna », con più licenza che a lei paresse conveniente. 11 sonetto, poi, dice chiaro : Hai corrotto la più casta mente che fosse in donna. In qual modo conciliano un'affermazione tanto esplicita, e l'elogio, il vanto dell'anteriore castità di Maria, con l'opinione che Giovanni l'avesse tolta a un altro amante, il quale prima l'aveva tolta a un suo predecessore, e così via? Glie la casta Maria e l'impudica Alleiram sieno una stessa donna?
   Il secondo sonetto (LV) è un'invettiva contro Amore. O bugiardo, traditore, disleale — e chi più ne ha, più ne metta —
   che, dopo il mio lungo servire invano,
   mi preponesti tal ch'assai men vale!
   Il Boccaccio non servì invano; conquistò Maria, e
   (1) A questa circostanza non badò nemmeno il Gigli nel sno articolo I sonetti baimi del Boccaccio; Gior. storico, 1902.