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Quanto al primo particolare, domando : il narratore non è esso Caleone, il quale deve con somma cura evitare di apparire, non dico ridicolo, ma poco fortunato in amore, a colei, alla quale è venuto a chieder amore? Certe prime impressioni sono assai pericolose (1). Quanto al secondo, osservo che lo rileva, e vi insiste, Alleiram, non Idalagos ; la donna amata, non l'amante. Se vogliamo, possiamo alle parole di lei trovare quasi esatto riscontro nella confessione di un'altra donna, di Fiammetta, nel romanzo intitolato da lei: « Esso (Panfilo).... luogo e tempo convenevole riguardato, più in ciò che gli avvenne avventurato che savio, e con più ardire che ingegno, ebbe da me quello che io, siccome elli, benché del contrario infingessimi, desiava ». Lì, nella camera di Fiammetta, bramoso di ascendere al letto, dove ella sta ad ascoltarlo, « nella concitazione del momento che gl'impedisce di perdersi in lunghi particolari » (*), Caleone non può, non deve indugiarsi a esporre per filo e per segno come e quando un' altra donna, per dirla con Idalagos, « fosse incappata nelle reti della sua sollecitudine »;. non può, non deve darle motivo di riflettere: Costui vuol ripetere con me ciò, che fece con quell'altra.
(•) Questa stessa osservazione farei anelie al AVilkins, il quale trova che Galla non corrispondo ad Abrotonia, < perchè Galla non è fedele a I'alemoue per amore di Panfilo, mentre Caleone non può affatto determinare la causa, per cui Abrotonia lo respinge ». V. Pampinea and. Abrotonia, nelle Modem Language Notes, XXIII, 5 (maggio 1908). Aggiungo: gli amori di Galla sono l'argomento di tutta l'egloga I, che sta da sè ; l'amore di Abrotonia è un episodietto nel lungo racconto di Cacone riferito da Fiammetta ; \'Amelo precedò l'egloga di parecchi anni, (a) Mi giovo d'una frase del Della Torre, 273 n,