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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   A me non pare credibile che, nella dissoluta compagna di Annavoi e di Airam. in Alleiram, sia da ravvisare la Fiammetta. Noto, in primo luogo, che il Boccaccio, per quanto so io, non si permise mai, altrove, di chiamare con tanta familiarità Madama Maria, quando volle chiamarla col suo vero nome. In secondo luogo, il Filocolo, da lei commessogli, è dedicato a lei ; e si veda con quanta delicatezza, con quale garbo discreto, offerto.
   0 piccolo mio libretto.... le meritate ghirlande aspetto, le quali la tua bellissima e valorosissima donna, il cui nome tu porti scritto nella tua fronte, graziosamente ti porgerà, prendendoti nelle sue delicate mani, dicendo con soave voce: — Ben sia venuto; e forse colla dolce bocca ti porgerà alcun bacio, la qual cosa se avviene, chi più di te si potrà dire beato? E certo se altro merito non ti seguisse del lungo affanno, se non che i suoi belli occhi ti vedranno, sì ti fia egli assai grande, e glorioso potrai dire il tuo nome tra' naviganti. Ella, quale io sempre figurata porto nell'amorosa mente, mai i tuoi versi non leggerà, che di me tuo autore non le torni il nome nella memoria; la qual cosa mi fia grandissimo dono.
   Chi, all'ultima pagina, scriveva a questo modo, chi confidava e chiedeva che graziosamente, amorosamente, fosse accolto il suo libro da Maria, non l'aveva, certo, nel corpo di esso, vituperata, infamata. Se l'avesse fatto, si sarebbe comportato da farabutto o da pazzo. E vogliamo, possiamo dimenticare ciò, che, non in forma allegorica e ambigua, ma diretta, aperta, limpidissima, disse di lei nell'introduzione