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rappresentano il Boccaccio, vi compariscono l'uno tradito da Alleiram, l'altro non più amato da Fiammetta. Ma lo rappresentano fino a un certo punto. Fu egli trasformato in pino come Idalagos? Assistette egli alla fondazione, e fu il primo signore di Certaldo, sedes et natale solum maiorum suorum (') come Caleone ? Io non credo, e ne dirò le ragioni, che Alleiram e Fiammetta, nel romanzo, sieno due figurazioni di una stessa donna. Alla domanda di Florio : — « che fosse della bella Fiammetta, per addietro stata lor reina nell'amoroso giardino » — Caleone, dopo essersi fatto un po' pregare, risponde con un lungo giro di frasi — intarsiate d'imagini altra volta usate ad altro proposito dall'autore, di reminiscenze di Ovidio, di Dante, forse anche di Arrigo da Settimello, e di altri — il cui succo è che Fiammetta non l'ama più.
La fortuna volubile m'ha mutato legge, e tale me la conviene usare, che assai più cara mi saria la morte. — Quella stella, il chiaro raggio della quale la mia piccola navicella avea la proda drizzata per pervenire a salutevol porto, è per nuovo turbo sparita, ed io misero nocchiero rimasto in mezzo mare sono da ogni parte dalle tempestose onde percosso, e i furiosi venti a' quali niuna marinaresca arte mi dà rimedio, m'hanno le vele che già furono liete levate, e i timoni, e niuno argomento è a mia salute rimaso; anzi mi veggio da una parte il cielo minacciare, e d'altra le lontane onde dimostrare il mare doversi con maggior tempesta commuovere. I venti son tali ch'io non posso nè avanti nè addietro andare, e se sapessi non saprei qua! porto cercar mi dovessi; e ancorché la morte mi fosse cara se mi venisse, nondimeno me pure spaventa ella sovente sopra le torbide onde con le sue minacce, e gì'iddìi hanno rivolti gli occhi altrove, e a'miei
(') De iluminibus, sotto Elsa.