Stai consultando: 'Per la biografia di Giovanni Boccaccio ', Francesco Torraca

   

Pagina (51/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (51/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — m —
   già preceduto da' due poemi ? Il Boccaccio sousò punto di aver composto il Filostrato gare ; sveltamente e francamente accennò di aver narrato i dolorosi casi di Troilo « in leggiere rime e nel suo fiorentino idioma », senz'altro. Ma si ponga mente al suo atteggiamento e al suo linguaggio alla fine della Teseide:
   Poiché le Muse nude cominciaro nel cospetto degli uomini ad andare, già fur di quelli i qua' l'esercitaro con bello stile e onesto parlare, e altri in amoroso le operaro : ma tu, mio libro, a lor, primo cantare di Marte fai gli affanni sostenuti, nel volgar lazio mai più non veduti.
   E perciò che tu primo col tuo legno solchi quest'onde non solcate mai davanti a te da nessun altro ingegno, benché infimo sii, pure starai, forse, tra gli altri di alcun onor degno : in tra gli qua' se vieni, onorerai come maggior ciaschedun tuo passato, materia dando a chi drieto hai lasciato.
   La modestia, qui, è soverchiata dalla soddisfazione di aver fatto cosa non prima tentata, dal suine superbiam quaesitam meritis ! Se il Filocolo fosse posteriore alla Teseide, avrebbe l'autore, accommiatandolo, studiosamente evitato di ricordare — e sarebbe stato così fresco ricordo!— che le fiere arme di Marte, anch' egli, dopo Lucano e Stazio, e primo
   nel volgare latino, le aveva cantate ?
   *
   * *
   Si vuole che l'ultima parte del Filocolo fosse scritta in Firenze, perchè Idalagos e Galeone, che