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Poi In (caiizon) posata alquanto, te n'andrai alla donna gentil della mia mente : o te felice, che la vederai, quel ch'io non posso far, lasso e dolente! E come tu nelle sue man sarai con festa ricevuta, umilmente mi raccomanda all'alta sua virtute, la qual sola mi può render salute.
Concediamo pure, contro ogni verisimiglianza, clie, passati parecchi anni dal tempo, in cui queste agili, armoniose, eleganti ottave furono composte, il loro autore le avesse voltate in prosa abbastanza lenta e pesantuccia ; ma come spiegare la profonda differenza del sentimento e dell' intonazione ? Nel Filostrato, la sola temporanea assenza di Maria lo costringe a querelarsi, a piangere, a supplicare, a far intravedere, nientemeno, il proponimento (') di togliersi la vita:
E nell'abito appresso lagrimoso nel qual tu se', ti prego le dichiari negli altri danni il mio viver noioso, li guai, e li sospiri e i pianti amari ne' quali stato sono e son doglioso poiché de' suoi begli occhi i raggi chiari ini s'occultaron per la sua partenza, ¦ che lieto sol vivea di lor presenza.
Se tu la vedi ad ascoltarti pia nell'angelico aspetto punto farsi, o sospirar della fatica mia, pregala quanto puoi che ritornarsi ornai le piaccia, o comandar che via da me l'anima deggia dileguarsi, perocché dove ch'ella ne deggia ire, me' che tal vita m'è troppo il morire.
(') Si veda anche la lettera preme-sa al Filoslrato.
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