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Questi accostamenti ci aprono l'adito ad osservazioni più importanti. Si vuole che il Filocolo fosse finito dopo il tradimento, anzi nemmeno a Napoli, bensì a Firenze, dopo il 1340. Or come va che il commiato o Vinvio, chiamiamolo così, del Filocolo — naturalmente, con le differenze, che porta con se la diversa condizione dell'animo del poeta, e il passaggio dalla prosa ai versi — lo ritroviamo quasi tal quale alla fine del Filostrato, composto a Napoli prima'che Maria d'Aquino si fosse arresa alle brame dell'ardente amatore ? La prosa del Filocolo è questa :
0 piccolo mio libretto, a me più anni stato graziosa fatica, il tuo legno sospinto da graziosi venti tocca i liti con affanno cercati, e già il vento richiamato da Eolo manca alle sue vele, e sopra essi contento ti lascia. Fermati dunque ricogliendo quelle, e a' remi stimolatori delle solcate acque concedi riposo, e agli scogli dell'uncinate ancore e de' segati mari e della lunga via le meritate ghirlande aspetta, le quali la tua bellissima e valorosissima donna ti porgerà, prendendoti nelle sue delicate mani; e forse colla dolce bocca ti porgerà alcun bacio, la qua! cosa s'avviene, chi più di te si potrà dire beato?... Adunque, se di me tuo fattore t'è cura, dimora con lei, ov'io dimorare-non oso.
E questi i versi del Filostrato :
Noi siam venuti al porto, il qual cercando, ora fra scogli ed or per mare aperto, con zefiro e con turbo navigando
andati ' Siam............
Estimo dunque che l'ancore sieno qui da gittare e far fine al cammino.
e sopra il lido, ch'ora n'è vicino, le debite ghirlande e gli altri onori porremo al legno delli nostri amori.