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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Fileno riconosciuto ». Dopo averlo « assai riguardato », gli domandò : — « Se gì' iddii i tuoi desidèri adempiono, dimmi la cagione del tuo dolore ». Uditala, riprese : — « Al mio parere, questa doglia non dovria essere senza conforto, conciossiacosaché persone, che molto l'hanno avuta maggiore che tu non hai, si sono confortate e confortami ». — Chi mai ? — Io, che ti parlo. E qui viene il passo autobiografico : la donna da lui amata lo ricambiò per breve tempo, ma poi lo tradì. Da ultimo, il giovine disse a Fileno : — « Lascia questi pianti e lieva su, e vieni con meco, e virtuosamente pensa di vivere » (').
   Nel Filostrato, Pandaro ascolta le querele di Troilo già sicuro di aver perduto la sua dolce amica.
   Poscia ch'egli ebbe in tal guisa gran pezza parlato e detto, Pandaro doglioso disse: deh, dimmi Troilo, se riposo e fine dee aver questa tristezza, non credi tu che il colpo amoroso da altri mai che da te sia sentito?
   e sonne ancor di quei che sventurati son più di te, men pare esser sicuro; e non si son però del tutto dati, ma la lor doglia, quando troppo avanza, s'ingegnan d'alleggiar con ìsperanza.
   E tu dovresti il somigliante fare.
   Lascia questo dolor cotanto fiero; fammi està grazia, questo don mi dona, levati su, alleggia il tuo pensiero.
   Deh, fallo, io te ne prego, leva suso, non è atto magnanimo il dolersi come tu fai, ed il giacer pur giuso (2).
   (») Kiliz. Moutier, I, 800. (a) FUostrato, V, 29, 85,