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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 41 —
   Non voleva credere a se stesso ; credeva, anzi, di sognare mentre sentiva di non avere più madonna tra le braccia; ma dovette, infine, ritornare nella vera conoscenza di prima, e piangere il disinganno patito.
   Dunque, nel centotrentacinquesimo giorno, il Boccaccio non possedette Maria nemmeno in sogno! Gli restò la speranza che il sogno si avverasse a non lungo andare :
   ad esso loco veracemente spero che reddita ancor farò con essenza perfetta, prendendo quella gioia ben compita nella qual stetti ino', che fu imperfetta dormendo, e questa l'amorosa mente solo disia, e fermamente aspetta.
   È chiaro? Non so davvero spiegarmi come si sia potuto leggere nel poemetto tutto il contrario di quel, che vi è scritto; come K. Young abbia potuto recentemente asserire che tale è la scena del primo incontro notturno nel poemetto, quale nel Filocolo, nell'olmeto, nella Fiammetta ('J.
   Ciò posto in sodo, la composizione dell' Amorosa visione si dovrebbe riferire, su per giù, al tempo, in cui fu composto il Filostrato; a quando il Boccaccio non ancora aveva goduto la gioia compita, « ottenuto il favore supremo ». Or come va che essa tocca di un fatto avvenuto nel 1339, la battaglia di Lipari ? E come va che, tra le altre belle donne, vi appare quella Lia,
   che trasse Ameto dal volgar uso dell'umana gente?
   (') The Oriyiii ami Dcrelopemenle of the Story of Trotine and Crifstyde : London, pub!, by the Chaucer Society, 1908, p. 30.