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tore Ugo, da quel corifeo del romanticismo sguaiato: dal più bizzarro, dal più burbanzozo, dal più fanatico ingegno (e grande ingegno) della volubile Francia. 11 soggetto è quella Lucrezia Borgia di cui son note le colpe e le vicende, e che, il romanziere francese ci aveva dipinta con cupi colori. Tapinarli ha schiarato le tinte, e, per dirla in breve, ha raffazzonato un libretto, di cui andrebbero forse paghi i moderni scrittori di melodrammi ; ma che per essere opera di lui è fiacco, povero e mancante assolutamente di buona poesia. Romani ci ha ren-duti esigenti e con lui andiamo alla buona si nella lode, come nella critica, perchè i begli ingegni non si adontano mai della verità, sia pur spiacevole. — In onta però della freddezza della poesia, l'azione offre alcuni punti d'interesse; ed ove mancavano versi inspirati, poteva supplire inspirata la musica. Ma, l'inspirazione è dono a pochi conceduto e che non risponde sempre all'invito ; perciò (generalmente parlando) anche il bravissimo Donizetti si è lasciato trascinare dalla placida corrente, ed ove Romani diceva : che il poeta deve nascondersi e lasciar parlare ai personaggi il loro proprio linguaggio, anchf il compositore si tenne celato, e lasciò, che i cantanti si fabbricassero la musica, tanto ell'era priva d' inspirazione e di novità.
Noi siamo ben lontani dall'usare soverchio rigore con Donizetti ; ma convien dirlo, se stiamo al successo, il suo nuovo spartito è poco men che mediocre.
L'introduzione del Prologo, abbenchè non nuova di melodie, pure per una certa vivezza, per un