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piena in tanta confusione - di Saffo e di Lucrezia - di Mercadante e di Donizetti, dei dispetti di M. Lalande e del poco tatto dell' incaricato Gottardo s'appigliò al partito di vederci prima uu po' più chiaro e chiese quindi istruzioni al Duca Visconti colla lettera seguente:
Eccellenza,
Parte da me in questo momento il Sig. Maestro DonÌ2etti, il quale mi incarica per cenno dell'E. V. di scrivergli un Melodramma da servire per primo spettacolo, il venturo Carnevale.
Sapendo io che il Sig. Mercadante è obbligato esso pure per la medesima epoca, convien dire che l'È. V. abbia combinato con lui diversamente: Della qualcosa io La prego a mettermi a parte, affinchè io possa decidere con coscienza di causa. Quanto alla mia intelligenza col Sig. Mercadante, esse son queste.
Informato egli che per aderire alle insinuazioni di M. Lalande e del Sig. Gottardi io andava mutando il soggetto di Saffo, già da me cominciato con quello di Lucrezia Borgia, mi scrisse Lunedi pp. pregandomi a sollecitare più che potessi per mandargli poesia; ed io gli risposi a posta corrente che quest'oggi, giovedì, gli avrei spedito tutto quanto avessi potuto compire in si breve spazio di tempo, ed oggi, per mantenere la mia parola, metterò alla posta l'introduzione. Se, come ripeto, l'È. V. ha determinato altrimenti col Sig. Mercadante, il mio lavoro potrà servire pel Sig. Donizetti, dov'cgli se ne accontenti.