Stai consultando: 'Biografia di un bandito Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia', E. Morselli - S. De Sanctis

   

Pagina (412/447)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (412/447)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   •3Ò8
   GIUSEPPE MUSOLINO.
   per quello di sangue, il concetto della vendetta personale sostituita all'azione della giustizia sociale, l'attribuire al Re poteri illimitati anche nel campo dei diritti pubblici, la debolezza della solidarietà sociale e del rispetto alla legge, l'odio per le spie che vengono ancora credute uno strumento di tirannia, il facile simpatizzare per chiunque si atteggi a ribelle contro i poteri pubblici che sono ritenuti un mezzo di oppressione dei forti sui deboli, cioè dei ricchi sui poveri: — tali le note psichiche con le quali nella personalità di Musolino si riflette la psiche media della fiera e intelligente popolazione Calabrese, massimamente di quella rurale e dei piccoli centri dove vige tuttora l'influsso di vari secoli di organizzazione feudale e di mal governo.
   14. Se non che, nella personalità di Musolino certi stati inferiori di sviluppo sociale comuni al suo ambiente si sono ingranditi diventando le stimmate precipue della sua delinquenza; onde la sua prepotenza, lo spirito tenacemente vendicativo, il concetto iperbolico del diritto individuale a farsi giustizia, la nessuna ripugnanza per il crimine di sangue, la fredda manomissione del più sacro dei diritti che è quello alla vita, la nessuna fede nell'opera della giustizia', la violenta soppressione di ogni persona sospettata di spionaggio o di (fonfidenza con la Polizia, il proclamarsi onesto con le mani lorde del sangue di ben tredici vittime solo perchè non si è dato l'assalto alla roba loro, l'indifferenza per le persone uccise o ferite e il nessun pensiero dei dolori che si sono altrui arrecati, la vanità di bandito che ha saputo tenere la campagna giovandosi del terrore che il suo nome inspirava, infine l'abile sfruttamento della supposta ingiustizia subita da parte della magistratura tratta in inganno da false testimonianze.