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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424
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GIUSEPPE MUSOLINO.
Musolino apprese, con grande rammarico l'abbandono dei suoi patrocinatori; pare anzi che ne restasse abbattuto: protestò di non riconoscere gli altri avvocati che gli sarebbero stati messi di ufficio, come, dopo poco, fece lo zio Filastò in una pubblica lettera; ma poi s'incoraggiò e riprese nelle udienze l'abituale contegno. Nell'udienza del 13 maggio a un certo momento si adirò contro il rappresentante del Pubblico Ministero, ma subito dopo ritrovò il solito sorriso e la completa serenità. Parve in vero eccezionale il contegno dell'imputato
Espressioni fisionomiche di G. Musolino, colte sul vero da R. Laudati.
dal 13 (al 25 maggio, quando, vinte molte riluttanze e ripulse, furono. nominati dal Presidente di Assise i suoi nuovi difensori. Egli interrogava i testi con astuzia e abilità eccezionale — come ne fecero fede specialmente le udienze del 19 e del 27 maggio, — mantenendosi tranquillo, e sempre presente a sè stesso. Il 20 maggio protestò, è vero, «perchè non aveva più difensori di sua fiducia», ma poi proseguì a difendersi da solo, e quando fu definitivamente costituito il nuovo collegio di difesa, egli, senza esseme entusiasta, seppe mantenersi corretto e benevolo con tutti. Le ultime sedute del maggio procedettero, infatti, senza incidenti; mai Musolino era apparso