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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •3Ò8
   GIUSEPPE MUSOLINO.
   di stanchezza, di malessere e di depressione — mostrandosi sgomentato e filosofeggiando come un pessimista.
   Nella seduta del 18 aprile resero il loro interrogatorio i coimputati ; e qui dobbiamo ricordare come anche Jati e Di Lorenzo parlassero in tono predicatorio come Musolino, usassero i' (medesimi intercalari di lai, e lo Jati raccontasse, an-ch'egli, un sogno. Il che valse retrospettivamente a diminuire l'importanza psicologica dell'auto-difesa di Musolino, inquan-tocliè si riconobbe, in molti caratteri psicologici del bandito la schietta impronta regionale.
   Il contegno del bandito in Assise dal 18 al 22 aprile apparve pieno di curiose contraddizioni. Dinanzi al Vincenzo Zoccoli, allo Stefano Crea, al Rocco Zoccoli — suoi mortali nemici — e ad altri testi di accusa si mantenne calmo, limitandosi, ora con ironia, ora con dispetto, a far loro delle contestazioni spesso abilissimo ; invece al teste Surace Michele (udienza del 19 aprile) si volse con ira e fare minaccioso ingiungendogli di dire la verità, e contro alla teste Mariangela Zoccoli-Priolo, madre del Vincenzo e di una sua vittima (udienza 22 aprile), che gli aveva dato del « brigante », inveì così furiosamente ingiuriandola con termini osceni, che dovè essere allontanato per ordine presidenziale dall'aula di Assise.
   Si potè credere da molti che Musolino fosse facile alle invettive contro' i deboli ; assai più prudente coi forti. È infatti probabile che Musolino, il quale non manca affatto di capacità inibitoria, si lasci volentieri trascinare dall'emozione, quando si tratta di individui incapaci di resistergli;, e si' freni a tempo nella circostanza opposta. Come pensare del resto che Rocco Zoccoli, il quale gli affermò in faccia di essere stato da lui perdonato dietro compenso pecuniario, non provocasse in Musolino una emozione vivissima? Noi crediamo che lo stato emo-