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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I dibattimenti.
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   carceri, che lo visitava ogni giorno anche due volte, avevamo xaccolto delle note particolareggiate — un vero diario clinico — intorno alle sue condizioni fisiche e mentali.
   Dopo un mese circa di osservazioni, di esami, di esperimenti, ci era già abbastanza nota la personalità fisiològica di Muso-lino, come già conoscevamo l'ambiente dove egli aveva perpetrate le sue gesta, e quello novissimo in cui doveva svolgersi il suo clamoroso processo.
   Se parecchi articoli di scienziati insigni, come S. Venturi e C. Lombroso, e di altri alienisti egregii, ci avevano palesato il pensiero dominante nelle sfere psichiatriche circa il « f e-nomeno Musolino»: se le numerose pubblicazioni di me-dico-legisti, sociologhi e giornalisti ci avevano già resi famigliari gli argomenti, sia di chi voleva vedere nel bandito calabrese un pazzo o un degenerato, sia di chi lo riteneva un prodotto esclusivo dell'ambiente sociale; d'altra parte, le biografie, le pubblicazioni più o meno apologetiche sul bandito, le notizie circa le aperte manifestazioni di simpatia di cui era oggetto un po' dappertutto, la convinzione o il dubbio che molti esprimevano circa la ingiustizia del verdetto di Reggio, la leggenda formatasi intorno al nome del bandito dell'Aspromonte, ci ammonivano che un'onda di pietoso interessamento giungeva a Lucca da varie parti d'Italia, e in specie dalla natia Calabria, per Giuseppe Musolino.
   Il quale attendeva nel carcere di San Giorgio di Lucca l'avvenimento, che per la sua vanità significava notorietà piena della ingiustizia patita e degli atti forti compiuti. Egli sapeva che trenta o quaranta giornalisti avrebbero divulgato per tutta Italia, fors'anche in Europa, il suo ritratto, i suoi atteggiamenti, le sue parole; che quasi cento cinquanta testimoni avrebbero parlato delle sue gesta; che uno stuolo di avvocati giovani e zelanti avrebbe rivendicata la sua innocenza e giù-