•3Ò8 GIUSEPPE MUSOLINO.
   Musolino vuol essere soltanto la pittura più esatta ed integrale clie sia possibile della sua figura composita di reo, e però di quelle vicende ricorderemo qui soltanto i punti da cui esca nuovo lume a rischiarare la psicologia individuale di Musolino nelle sue continuate relazioni coll'ambiente. Se Musolino bandito rispecchia, pur deformandole ed ingrandendole,, le condizioni morali del suo ambiente etnico-sociale, in Musolino accusato sì riflette, sempre con linee più o meno tortuose e sfumate, la azione perturbante e tumultuosamente emotiva di una Corte di Assise.
   E male avremmo operato, quali periti alienisti, se di codesta azione delle circostanze esteriori e della conseguita reazione opposta loro dall'animo dell'accusato, noi, chiamati a giudicarlo sotto il riguardo psicologico, 11011 avessimo tenuto -conto; se non avessimo assunto fra i criterii del nostro giudizio anche la di lui condotta durante tutto il periodo delle Assise, così bell'aula come nella cella carceraria.
   1 — I dibattimenti.
   La mattina del 23 marzo 1902, insieme al Dottore Massimo Dei-Carlo, noi prestammo giuramento nelle mani del sig. Presidente delle Assise di Lucca, quali periti indotti dalla Procura generale nel processo contro Giuseppe Musolino. Iniziammo quel giorno stesso le nostre ricerche cliniche sull'imputato, e le proseguimmo per varii giorni. Il 5 aprile ci recammo di nuovo a Lucca per interrogare Musolino, compiere su di lui altri esami morfologici e fisiologici, e raccogliere tutti i dati possibili intorno ai suoi precedenti. Di modo che, quando il 15 aprile cominciò il processo, noi avevamo già per parecchi giorni di seguito e in due riprese tenuto in osservazione l'imputato; inoltre, a mezzo del collega Del Carlo, sanitario delle