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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424
•3Ò8 GIUSEPPE MUSOLINO.
impulsività e la deficienza intellettuale, nonché qualsiasi delirio ipocondriaco o persecutorio o grandioso propriamente detti.
Rammenteremo infine, in linea generaleche i soli criteri da cui può venire illuminata l'indole psicopatica di una azione, sono sempre quelli enunziati da uno di noi : — la incorreggibilità delle azioni; la incongruenza ed incoerenza personale; il disadattamento sociale singolo (1).
Orbene : niuno potrà mai dimostrare che in Giuseppe Musolino-vi fosse opposizione fra i motivi impellenti all'atto e le condizioni esterne nelle quali egli si trovava, giacché egli possedeva benissimo la capacità di riadattare i suoi concetti e sentimenti erronei all'ambiente (primo criterio). Meno ancora si potrà osservare che vi fosse opposizione o contraddizione fra gli atti di cui si compone la sua condotta di bandito e le manifestazioni antecedenti del suo carattere : il delinquere era, per così dire, impersonato in lui pel suo stesso temperamento (secondo criterio). Da ultimo, niuno potrà sostenere che il suo disadattamento sociale, la sua rivolta contro ai sentimenti ed agli interessi dell'aggregato civile, il suo agire in conformità-di un concetto strettamente individualistico della giustizia, non. fossero la ripetizione di altri atti delittuosi precisamente eguali,, e storicamente, sociologicamente spiegabili (terzo criterio).
Musolino, adunque, non agì come un pazzo. Nella premeditazione dei suoi delitti egli si comportò come tutti i criminali; la sua non è la premeditazione dei paranoici e dei pazzi-epilettici. Non restano quindi nel bandito di Santo Stefano-d'Aspromonte, secondo noi, che le note di una personalità caratteristica, cioè estrema nella gerarchia delle varietà che diconsi normali; una personalità che si compenetra nel
(1) Cfi\ Morselli E., Man. Semej. mal. ment, li, e in Giornale medicina legale „, I, 1894, pag. 234.