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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424
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GIUSEPPE MUSOLINO.
In vero noi abbiamo già risposto esaurientemente a siffatte domande, nè sarebbe qui il luogo di inutili ripetizioni. A noi basterà gittare uno sguardo d'insieme sulle prove che per la imputabilità di Giuseppe Musolino abbiamo riferite negli altri capitoli, che si troveranno più avanti riassunte nella nostra relazione peritale, e dare qualche ulteriore chiarimento circa alcune caratteristiche psicologiche e morali del bandito.
Non ci pare possibile che possa ravvisarsi ilei delitti di Giuseppe Musolino il contrassegno dei delitti epilettici. Si consultino gli scritti dei più competenti in materia, cornei Morel, Falret, Delasiauve',. Saint, Magnan, Krafft-Ebing, Eche-verria, Legrand du Sanile, Voisin',. Lombroso, Bonfigli, Ottolen-glii, Roncoroni, Mirto:, Peyxoto e dieci e cento altri, i quali tutti scrissero intorno all'epilessia, psichica o agli equivalenti criminosi dell'attacco comiziale; e si vedrà che nei delitti di Muso-lino mancano quasi tutti i caratteri rivelatori di epilessia.
L'epilettico in equivalenza di attacco è imprevidente, rapido e violento, come bene osservò Saint; nella strage è feroce e vi impiega forza e mezzi esuberanti. Compiuto il delitto, effettuata cioè la scarica nervosa, l'epilettico ritorna calmo e indifferente, quasi fosse inconsapevole del misfatto; più spesso si mostra stanco e depresso', ovvero di cattivo umore, istupidito e sonnolento. Egli non fugge o quanto meno la sua fuga non ha scopo nè direzione adatta al critico momento (Delasiauve). Del delitto, in generale, non ha una memoria completa nemmeno immediatamente dopo averlo compiuto; comunque, egli dopo qualche giorno ne dimentica qualche in^ teressante particolare (Saint, Leidesdorf, Lombroso', Bonfigli, Tamburini). «
Si è detto che l'epilettico nell'atto del delinquere può esr sere anche appieno cosciente, che dopo il delitto può