Stai consultando: 'Biografia di un bandito Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia', E. Morselli - S. De Sanctis

   

Pagina (44/447)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (44/447)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   4.1
   GIUSEPPE MUSOLINO.
   suo astuccio; 12 cartuccie da revolver; un revolver di piccolo calibro, infine un coltello tagliente a manico fisso con lama lunga 10 centimetri.
   Nell'interrogatorio del 12 ottobre 1901 Musolino disse chiamarsi « Francesco Colafiore », di anni 28, esser nativo di Pescara, aver lavorato per vari anni in Dalmazia, ecc.; e raccontò tutta una vita fantastica. Riguardo alla rivoltella che avrebbe impugnata nella colluttazione coi carabinieri, ..negò in detto interrogatorio di averla estratta. Con noi ammise invece di averla impugnata, ma al solo scopo di suicidarsi (!). Firmò l'interrogatorio del 12 ottobre col falso nome di Francesco Colafiore. .
   Il 14 ottobre, a un nuovo interrogatorio, confermò il suesposto e riconobbe gli oggetti sequestratigli appena dopo l'arresto.
   Il 16 ottobre, dinanzi al brigadiere Bellis e al suo nemico Stefano Zirilli — fatti appositamente venire dalla Calabria -—-e che lo riconobbero per Giuseppe Musolino, questi ammise la sua identità; e raccontò subito della sua condanna a Reggio, adducendo la sua innocenza: disse di essersi dopo la evasione dato alla latitanza, durante la quale confessò di aver commesso altri reati, ma tutti allo scopo di « vendicarsi » delle patite ingiustizie. Dopo ciò, il giorno 16, si rifiutò di continuare oltre nella esposizione delle sue gesta.
   Il 18 ottobre 1901, dichiarandosi malato, si ricusò di rispondere, ma poi, dietro insistenze del giudice, rispose di non ricordarsi nulla del suo viaggio dalla Calabria nelle Marche: sapere soltanto di mancare dalla provincia di Reggio da un anno all'incirca (a noi disse, invece, di esserne partito nell'agosto). A domanda, dichiarò di non rammentknej i nomi dei paesi e delle persone da lui scritti qua e là nelle carte che gli prano state sequestrate.