Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Ottavo', Salvatore Muzzi

   

Pagina (573/856)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (573/856)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Ottavo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1846, pagine 848

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   BOLOGNESI
   6 iS
   Però gli argenti di Chiesa anohe dal tempio della Guardia furon tolti, come in tutte le Chiese ricche della città. E di più dov'erano pitture di predavano od a Milano od a Pa-
   nia conquistava le statue e i vasi dell' arsa e distrutta Corinto a fare adorna sè medesima ne' migliori tempi repubblicani. Colla differenza però che Roma conquistando e Corinto e la intera Greoia, conquistò le arti, ed ebbe poi nel suo seno o greci artisti venuti a stanza, o romani che si resero artisti sotto gli ottimi maestri del bel paese fatto Provincia ; mentre i Francesi, rapiti all'Italia (dalla Dora al Tevere) i capo-lavori della pittura , del cesello , della scultura antica « moderna , e fattone monte a Parigi, non seppero risuscitare fra loro, non dirò un artista greco, non dirò un Raffaello, un Michelangelo , un Cellini, ma non un Carrac-ci, un Algardi , un Raibolini, ma non altri, nè di primo nè di secondo grado, e nemmeno di terzo : chè il David, il sommo David de' Francesi conquistatori, quel David che poi col Gérard teneva il primato della pittura sulla Senna, ai tempi della Repubblica e dell' Impero Napoleonico , valeva sì poco per la sua freddezza barocoa , da
   ritersi appena paragonare ai Bigari ed ai Gaudol-, che furono, ool Calvi, gli ultimi artisti della bolognese decadenza.
   Inutili dunque alla Francia le conquiste in Italia pel suo progresso nelle arti ; inutili tante ricchezze da oui non trasse verun vantaggio, che quello della preda ; inutile l'Italia , che oonquistò, per abbandonarla in meno di quattro lustri ; e per abbandonarla oimè t a Principi e Re quasi tutti stranieri, che, come la Francia, e peggio ancora , la dilaniarono e dilaniano acerbamente , facendo strazio, tenendola in brani disunita , soffocandovi ogni generoso sentimento nazionale; senza la minima cura, o con semplice e rea finzione di sollevarne i popoli dall'abbiezione, in cui da lungo si giacciono.
   Francia ; come 1* antica Ro<
   Armai. Boi. T. Vili.
   73