BOLOGNESI
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Ceneraio assai meno in mira la Cispadana medesima , che le potenze italiane e 1' Imperatore dell'Austria. Imperciocché era suo divisamento di spaventare 1' une e 1' altro coli' esempio d' un' attiva rivoluzione, per obbligarli a ricevere le condizioni che loro imporre ei voleva. E più. d' una volta unir seppe questo mezzo politico alla forza delle sue armi.
Sbigottita frattanto era Roma : 1' occupazione di Bologna e di Ferrara aveanvi sparso lo spavento : già figuravasi ognuno di vedere i repubblicani alle porte di questa Metropoli del Mondo Cattolico ; ma nella generale costernazione il solo Papa Pio VI. conservava la sua fermezza. Si proposero trattati : 1' ambasciatore di Spagna intervenne qual mediatore , e stipulata venne una tregua il a3 di Giugno 1796, le cui principali condizioni si furono: che Bologna e Ferrara rimarrebbeio in possessione delle truppe francesi : che sarebbe loro consegnata la fortezza d'Ancona ; che il Papa pagherebbe alla Repubblica ventun milioni , aprirebbe i suoi porti ai Francesi, e li chiuderebbe ai loro nemici.
Per quanto fossero dure siffatte condizioni , noi furon meno le seguenti , benché non si parlasse nè di danaro, nè di fortezze , nè di munizioni. Obbligavasi il Papa di cedere alla Repubblica (a sceltaci Commissari Francesi da mandare a Roma) cento pitture , busti, vasi e statue ; e specialmente i busti di Giunio e di Marco Bruto ; e inoltre cinquecento manoscritti, parimente a scelta dei Commissari ». — E fu allora che questi Commissari noa pure in Roma si mostrarono, ma per tutto lo Stato dei Pontefici : fu allora che si videro (specialmente in Bologna dov'erano e sono molte cose d'arte) alcuni' dei nostri porgersi guide spontanee allo straniero,ed insegnargli quanto di meglio vi avea in ori, in argenti, in tavole, in tele, in codici e iu altre preziosità: fu allora che si videro bastardi italiani darsi molto affanno per ispogliare la patria loro del miglior vanto ; quello dello arti : fu allora che Ann. Boi. T. Vili. 72