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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Ottavo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1846, pagine 848

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   3?S
   Di nobile famiglia nacque Francesco Gessi nel i588. Bisbetico, irrequieto per indole, non imparò nè grammatica nè latinità.— Cacciato dalle scuole letterarie , passò allievo del Calvart , il quale puro lo cacciò, perchè caparbio e accattabrighe. Andò allievo del Cremonini, che pure noi volle alla sua scuola. In fine, dato discepolo a Guido Reni, s'innamorò del maestro, e cessò dalle pazzie, e fatto compagno del Sementi, divenne emulo e vincitore di lui. A Ravenna ed a Mantova si mostrò felice imitatore del nobilissimo maestro. A Napoli andò con Guido per dipingere la fatai Cappella del Tesoro; ma Guido spaventato dalle guerre del Ribera e degli altri emuli malvagi, dimise il pensiero di queir opera, cui tentò indarno il nostro Gessi di ottenere. Ardito e spadaccino, ebbe a gran ventura di portarne illesa la pelle ; il perchè dolendosi di Gaido, che lo aveva tratto ai perìcoli e non ai guadagni, ritornò a Bologna, e aperse scuola da sè.— Lavorò dapprima il san Carlo per la Chiesa de'Poveri ; poi il martirio di san Vitale a Ravenna ; e quindi molte pitture per varie Chiese di Bologna, e specialmente l'estasi di san Francesco, per le Monache di san Leonardo ; tela stupenda , che tanto sente delle cose di Guido da poterla creder sua, senza offendere per certo l'illustre e nobile maestro. Levato in fama, si levò in superbia: dimandò straordinario prezzo de'suoi lavori ; e non trovò chi gli volesse commetter nulla. S' indispettì, e più non operava : quand' ecco fece un' eredità, che la pazza sua testa convertì in fumo ben presto. Ritornato povero , si diede a lavorar di mestiere, e condusse molte tele in istile franco, largo, ma negletto ; sicché le ultime sue opere ai Certosini, a san Francesco , all' Eremo, a santo Stefano, a sant'Ignazio, alle Muratelle, al Trebbo, ed in altre Chiese, la cedon di molto all' accurata e nobile bellezza delle prime. Così lavorando per mestiere , e durando sempre nell'indole sua caparbia e tenace, caduto in malattia di accensione interna,