ANNALI
mirabile la Pinacoteca nostra ) siano prodigi dell' arte, vuoi per invenzione, vuoi per affetto il più vero. A san Luigi de'Francesi, a san Luigi de'Bolognesi operò altra cose l'insigne artista; e n'ebbe lodi da moltissimi , critiche da parecohi artisti c evidente piova eh' egli valeva assai, e che il soe merito era nobile rimprovero alla loro pocheaaa. Questo avveniva prima del i6ia; nel quale tempo, a sfuggir l'invidia e per rivedere il genitore, venne a Bologna, ed operò in una t^la i ritratti di sua famiglia, ed il suo proprio: indi a Roma novellamente operò: poi a Bologna di bel nuovo, condu-cendo in tela la popolarissima scena allegorica del Rosario per la Cappella Ratta in san Giovanni in Monte; tela stupenda di cui sopra abbiamo tocco, e che il Marchese (non ba molto estinto) Antonio Bolognini Amorini, estesamente descrisse. Intanto volgeva il 1621. Bologna aveva troppi artisti per allogare opere a tutti: Guido, l*Albani, il Guer-cino, lo Spada, il Tiarini, il Cavedone, il Brizzi, il Massari, il Garbieri bastavano. Lo Zampieri perciò ripartì per Roma e lavorò qualche tempo, sotto la protezione di Gregorio XV. bolognese. Lavorò a fresco e ad olio, e compì la tela della santa Agnese; divina fattura, che fece dire a Guido Reni essere lo Zampieri il primo artista vivente, come il Domenichino, parlando di Guido, operante a san Michele in Bosco ed a san Domenico di Bologna, asseriva che più grande artista non era allora fra i vivi. Stima, venerazione reciproca di due sommi uomini, che dovrebbe imitarsi da tutti i grandi, e servir di rimprovero agli emuli insidiatori, che l'un l'altro si rodono con talento abbominando.— Da Roma lo Zampieri passò a Fano, dove adornò la Cappella de'Signori Nolfi; poi fece viaggio per Napoli, a dipingere in san Gennaro la Cappella detta del Tesoro ; opera vasta ohe gli diede glori%, ma che tanta invidia e rabbia gli levò contro da farlo alla fine di crepacuore morire. L'arrivo suo in Napoli fu nel 1629, dopo che Guido, il Gessi
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