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dei precipizi io coi cèdere. Egli sapeva ohe il bello e 1' eccellenza in un' arte trovansi al centro d* nq circolo, a cui per mille e mille raggi si può dalla periferia pervenire. Ed ecco usciti dalla sua scuola Carraoeesca il Domenichino , Guido, l'Albani, il Guercino, il Cavedone, il Tiarini, il Massari , lo Spada, e.tanti e tant'altri eccellenti, tutti diversi di stile., «r tutti, grandi nel proprio.—' E intanto che Lodovico, ragguardevole maestro, tratteneva»* in patria r Agostino ed Annibale reoavansi fuori a porger prove non dubbie di lor valentia. E quest'ultimo in Roma era chiamato dai Farnesi, e conduceva a fresco> per esso loro grandi fregi storiati, i quali, dopo: le Logge di Raffaello, stanno superiori a tutti gli affreschi di quell'immensa città: poi dipingeva a Caprarola per gli stessi Farnesi, a i proprii pensieri intagliava in rame con rarissimo pregio. — Agostino, passato a Parma, vi dava opera a desiderati lavori, e riempiva del suo nome la terre Lombarde ; quando ivi cólto da morte (i6oa) bel migliore dell'età e della gloria, non avendo che 45 anni, restituì al Signore quello Spirito, che, di bellissime doti fornito, aveva a lui conceduto. Gli si fecero in Bologna sontuosi funerali, la pompa dei
Suali fu descritta in istampe intagliate da Guido eni.—Annibale pure, dopo sette anni dalla morte del fratello (1609) vedute e ponderate le più stupende cose di Venezia e di Parma, chiuse suoi giorni nella città de' Pontefici, lasciando desiderio di sé per aver compita troppo presto sua gloriosa carriera.— Rimase solo Lodovico, il quale operò ed insegnò indefesso per bene ancora due lustri ; dopo de'quali, all'età di sessantaquattro anni (1619) volò pur esso a miglior patria , ad aere più spirabile e puro , fra il pianto di Bologna e delle Arti , degli amici e dei discepoli affettuosi,**- Le ossa di Agostino dormono il sonno de1 giusti nel Duomo di Parma } quelle di Annibale nel Panteon a Roma, presso quelle del sommo Urbinate; quelle infine di Lodovico nell' interna Cappella Casali in