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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Ottavo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1846, pagine 848

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 143
   de'Vescovi francesi verso il Sommo Pontefice tenuta ( specialmente per quanto appartiene alle decisioni dottrinali ) non è per nulla conforme alle dichiarazioni del 1682, a auell' epistola attribuirono la qualità d'una generale disapprovazione.
   Le contese intorno alla firma del formulario di Alessandro VIII. si riaccesero in Fiandra all'occasione di un decreto d'Innocenzo XII. che ingiungeva di firmare nel senso più letterale e semplice dei vocaboli di esso : e i Giansenisti che in pubblico interpretarono quel decreto a loro vantaggio, ne erano in cuore ben poco soddisfatti. — Da altro lato continuava il Quietismo a far progressi, malgrado la condanna dalla quale sotto Innocenzo XI. era stato colpito; ma di Roma trascorrendo qnesta dottrina in Francia, v'incontrò, specialmente nella persona di Bosuet, forti oppositori.—Fénélon, soverchiamente preso da superno ardore non ben diretto, mentre gli avversarii suoi difettavano per opposto nella carità , vide il suo libro delle Massime dei Santi condannato da una Bolla d'Innocenzo XII.— Ma lungi dall'imitare la ribellione de'Giansenisti, mutò la propria sconfitta in trionfo ; e colla vera umiltà del cattolico scrisse un mandato contro del proprio libro, ed annunziò egli stesso dalla cattedra la propria condanna.
   Intanto per Bologna era imminente la partenza dell'Eminentissimo Legato Pamfili: il perchè (22 Ottobre) vennero destinati i Senatori Aldrovandi e Sa-laroli a servirlo in tutto quanto gli occoresse nèl-l'occasione d'allontanarsi da Bologna: delle quali premure del Reggimento si disse contento oltre misura l'insigne Porporato, che all'Illustrissimo Gonfaloniere ed all' intero Senato ne riferì vive grazie. — Nel qua! tempo che si disponeva alia partenza, giunsero a Bologna gli Eminentissimi d'Adda e Barberini, che trattarono coi migliori idraulici bolognesi intorno ai rimedi, che ad ogni momento si rendevano più indispensabili, per liberare dalle acque irrompenti e dilaganti le basse terre bolognesi.