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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Ottavo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1846, pagine 848

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a cura di Federico Adamoli

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   178 ANNALI
   Ed aggiunse che troppi essendo i poveri nella città nostra (sciagura che da lungo tempo la percuote!) raccomandavano a lui la più sollecita spedizione delle cause loro, acciocché non s'aggiungesse maggior angustia alia loro indigenza, in que'casi che i ministri subalterni potessero per avventura col lungo procedere nelle cause apportar loro gravezze.—-Alle quali parole rispose l'Albicetti d'essere pronto ad ogni opera di sollecitudine, per render lieti i poverelli e pago il Reggimento. Né altro soggiunse; e fu licenziato, e venne dal Cancelliere accompagnato alle sue stanze.
   Intanto 1' il di Marzo, ritornava da Venezia la signora Principessa Pallavicini sorella dell'Eminen-tissimo Legato, e seco aveva la Contessa Borromei. Alloggiarono entrambe nel Palazzo del Governo , dove furono, secondo il solito, apprestati a loro comodità gli appartamenti de' Principi, e dati illustri Senatori a cerimonieri delle due nobili signore.
   Trovandosi di passaggio per questa città 1' Eminentissimo Ottoboni colla Principessa sua madre , (i3 Maggio) il primo fu riverito in nome pubblico dai Senatori Bentivoglio, Da-Via, Foscherari e Segni; e la seconda fu inchinata dai Senatori Pepoli e Casali. Due giorni dopo, l'abate Tosi maestro di Camera di Sua Eminenza, fu a restituire in nome dei detti personaggi all'Illustrissimo signor Gonfaloniere la visita , esprimendo che 1' Eminenza Sua avrebbe adempito in persona un tale obbligo di cerimonia.
   Il 16 di Maggio era in Bologna Monsignor Musotti Vescovo di Città di Castello, per ristabilirsi in salute, e fu ossequiato dall' illustrissimo Gonfaloniere di Giustizia. — E il Cardinale Imperiali, che si trovava in Bologna il giorno della festa annuale della Porchetta (a4 Agosto) venne corteggiato da parecchi Senatori, e stette alla gioia di quel dì in compagnia del Gonfaloniere di Giustizia e di molta nobiltà, che dalle finestre del Palazzo della Reggenza, godeva lo spettacolo popolarissimo di veder la plebe
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