BOLOGNESI
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la Chiesa di saD Benedetto in Galliera, come pare la Confraternita della Trinità presso la mura delle Lame e di san Felice.
Oltre di questi, altri pochi del secolo sestodecimo furono, insigni nell'architettura, e fecero di sè belle prove. Ma un architetto unico, singolarissimo, offuscò la luce di tutti, e fu desso quel Francesco de Marchi, le cui opere teorico-pratiche apertamente dimostrano oom'egli fosse il prototipo degli architetti militari del secolo xvi. <*— Francesco de Marchi nacque in Bologna da uu certo Marco fra il 1590 ed il ga. Giovinetto applicò di proposito ali* armi ed alla geometria, e militò probabilmente sotto di Prospero Colonna, gran capitano di que'giorni, apprendendo sul fatto pratico gli artifizi di strategia. A nuovi e industriosi studii le regole della militare architettura applicando, incominciò ad immaginare sistemi, che furono in seguito da tutte genti reputati utilissimi. Morto il Pescara , passò il bolognese architettore ai servigi di Antonio de Leyva spagnolo. E quando poi Alessandro Medici fu salutato Signore di Firenze, ebbe a'suoi stipendi il de Marchi, che a Mantova, a Livorno ed a Napoli magistralmente adoperò. Bene accetto a Margherita d'Austria, che del Medici, poi del Duca Ottavio Farnese fu moglie, istruì nelle cose d'architettura questo marito di lei, e nipote di Paolo III. Ponte* noe; onde n'ebbe lodi ed uffici notevoli, frai quali, col Sangallo,la commissione di fortificare la città de'Pontefici. A Lucca, a Trento, a Ratisbona operò per Papa Paolo, e per la Duchessa Margherita, in* tanto che poneva studio intorno la militare architettura. E difatto nel i54a, sottopose al pubblico ventotto differenti maniere di pratiche fortificazioni , disegnate in tavole. Le quali invenzioni recò poi al numero di centosessantuna, espresse in tavole geometriche, degne di Ini, Capitano di alloggiamenti , Capo-bombardiere, e Commissario d'Artiglierie, che tanto seppe, e tanto volle insegnare. Aveva egli già composto la massima parte dell'opera sua;