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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
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   i quali tutti vennero eseguiti nel lasso di non molti anni. Di fatto se Raffaello del i5o5 recavasi a Firenze per migliorare nell'arte, e se non tenne seriola nella città de'Pontefici che dopo un buon lustro da questo tempo, è certo che il Raimondi, il quale non aveva incisi che i rami imitati dal Durerò, prima di recarsi a Roma, diede opera a'suoi magnifici intagli verso del i5i5, e in conseguenza li condusse tutti nel brevissimo tempo di men che tre lustri.—Marcantonio non ebbe figliuoli ; ma se il cielo negar gli volle le ineffabili dolcezze di padre, ha egli però lasciati dopo di sè due scolari nomatissimi, che seguirono le orme sue, e furono questi Marco da Ravenna ed Agostino veneziano, i quali coi loro intagli se non giunsero all' eccellenza del maestro, si resero tuttavia benemeriti dell'arte dell'incisione, la quale in quel secolo vantò fra'cultori suoi un Agostino Carracci, un Giulio Romano, ed il grazioso Parmigianino.
   All' incisore famoso Marcantonio, aggiugneremo un altro intagliatore bolognese, Giulio Boriatone. Nacque costui nel 1498 circa, e morì del i564« Forse il Primaticcio lo ammaestrò nel disegno, Marcantonio al certo nell' incidere. Sotto di lui, intagliò in Bologna la santa Cecilia di Raffaello, con una potenza di disegno che mostra come in quel tempo fosse provetto nei preliminari del}' arte. — Visse poi in Roma lungamente, ed incise molte stampe, che sono pubblicate in catalogo sino al numero di trecento trentotto. Ardente d'immaginazione, lavorava sugli studii de'quadri anziché sui quadri medesimi; per cui rade volte le stampe sue sono fedeli alle dipinture ohe traducono. Però, quando volle ritrarre con diligenza gli autori, sapeva farlo egregiamente ; tanto più che fu il primo inoisore che dei colori porgesse idea ne'suoi intagli. Tiziano, il Parmegianino e il Primaticcio sono gli autori che meglio d'ogn'altro imitar seppe ne'caratteri: ed il cavallo di quest'ultimo è il capo-la-voro del Bonasone. Ma valse più nel condurre le
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