Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Settimo', Salvatore Muzzi

   

Pagina (334/524)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (334/524)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   368
   ANNALI
   san Lorenzo, opera che per sé sola assicurerebbe all' autore fama immortale. Pure il prefato Bandi-nel li, colui cbe aveva favorito Marcantonio ove si trattò della vita materiale, mosso a gelosia ove fu quistione della vita artistica (ben più nobile del— l'altra) gli si scoperse avversario; e sparse voce che il Raimondi era scaduto di valentia dopo la morte di Raffaello ; che mancandogli la direzione del divino Urbinate mancava l'anima e la grazia agi' intagli di lui ; cbe il disegno degl' ignudi, i quali martoriano san Lorenzo (lavoro di esso Bandinelli) non era bene osservato dal Raimondi : e cent' altre ciance che alla fama artistica dell' intagliator nostro nocevano. Seppe ogni cosa l'esimio incisore, e impressa appena la prima stampa la recò al Pontefice, il quale, intelligente com'era delle cose artistiche, confrontolla al disegno di Baccio, e vide come il nostro bolognese conducesse meglio i contorni che non l'artista toscano, e fosse di lui più valente e commendevole per verità e per iscienza anatomica.— Insomma il Raimondi per questo capo-lavoro ebbe molte lodi da Clemente, e n' avrebbe avuto pur anche protezioni e favori: ma accaduto appunto in quel tempo il memorabile sacco di Roma, si trovò egli costretto a gittare quasi tutto il suo a titolo di taglia se volle uscir dalle mani degli Spagnoli ; e riparò quindi in patria, dove pare ch'egli abbia cessato di vivere verso l'anno i533. E corre fama che cadesse ucciso di ferro o di veleno fattogli apprestare da un cavaliere romano, a cui si vuole avesse promesso di non ripetere l'intaglio della stampa degl'Innocenti di Raffaello; la quale stampa è cosa di fatto che rintagliò. — Gli scrittori contemporanei non ispargono maggiori lumi sopra la vita di così celebre artista. Credesi eh' egli abbia menato moglie, la quale nella professione dell' intaglio si distinguesse, e che gli fosse compagna non pur nella vita fisica ma ne' suoi lavori immortali. E sembraci che per tal modo possa spiegarsi la meraviglia dei tanti lavori che portano l'impronta di Marcantonio,
   G°°o