Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Settimo', Salvatore Muzzi

   

Pagina (321/524)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (321/524)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   BOLOGNESI
   tardi, ed applicò alla professione del padre, ma con minore abilità del fratello Gian Giacomo. Poohe opere si conoscono di lui, il quale si ritiene ohe abbandonasse, ancor giovine, quella pittura in cui seguì più che lo stile paterno quello de* condiscepoli, onde fra poco parleremo. Qnesto Giulio ritiensi morto del i55o, o agiato sì da non occuparsi più di nulla, o professando l'arte dell'orefice con fondamento di buon disegno, perchè più volte si trova nominato nelle carte pubbliche, fino al i534 almeno, e sempre con titolo d' orefice; titolo ed esercizio di famiglia, perchè l'ebbero i due fratelli Francesco e Domenico ; e i due figliuoli sinora noti dell' uno ;
   I ed Alessandro e Cammillo ed un terzo de' quattro figli dell' altro. — Ma ritornando a Giulio, diremo che fra le poche opere che condusse ad olio ed a fresco, sono stati guasti quei santi che dipinse in alcune colonne in san Giovanni in Monte ; rimanendo di lui in Bologna, la tavola che stava all'aitar maggiore in san Sigismondo, e che ora si conserva nella sagrestia; quella che si vedeva nell'Oratorio della Confraternita dello Spirito Santo, e che ora si vede nella Pontificia Pinacoteca: la quale tayola rappresenta la venuta dello Spirito Santo sopra gli Apostoli, ma non esprime pienamente nè il modo de' Francia, nè quello de' coevi, perchè rifatta dal Samacchini ch'era ben altro dipinto*^, sì per l'età che il vide nascere, e sì ancora per la scuola onde fu allevato. — Neil' almo Collegio di Spagna, sopra un armadio in sagrestia vi ha nna tavola con santa Margherita, san Francesco e san Girolamo, reputata comunemente dei due artisti Giacomo e Giulio Francia, perchè vi sono scrìtte le parole j. j. mancia moxviu. x. Jolii. ; ma noi siaui d'avviso, a'quanto-più indietro abbiamo esposto, che non la pinges-sero i due fratelli unitamente , ma il solo Gian Gia-oomo, per la ragione che questi sentiva moltissimo dello stile paterno, e 1' altro invece somigliava più a' condiscepoli ; mentre la tavola al Collegio Albor-nozio è tutta dello stile del capo-scuola celeberrimo. Armai. Boi. T. VII. 41