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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI M
   cristiano, die dettò un'opera sull'anima, stampata nel x5ool e ohe venne dal l'autore dedicata a Cam-milla Bentivoglio, figliuola di Giovanni II., e Monaca nel Convento delle Clarisse del Corpus Domini. È narrato dai contemporanei che Iacopo fu ancora poeta; di che porge fede un epigramma latino a Suor Cammilla, u quale può dirsi un bel saggio di quel molto che sapeva, e che per certo andò perduto,
   Serchè di lui non si conoscono finora che i sei versi el prefato epigramma.
   Pongasi frai letterati del secolo deoimosesto Sebastiano Regoli, cittadino nostro per diploma, se non per nascita in Bologna. Ebbe origine in Brisighella, da un Matteo di povera ma onesta condizione, il quale in Bologna lo fece eduoare con ogni premura; sicché il figliuolo studiosissimo potè, ancor giovine , insegnar grammatica a parecchi nobili fanciulli ; e potè col modesto guadagno ricavato da'suoi alunni, entrar sì bene nelle eleganze latine e greche, da pervenire nel i54-i ad aprire pubblica scuola, ed essere ascritto nei Rotoli dello Studio frai salariati all' impiego di pubblico maestro di Grammatica. Passò quindi all' insegnamento di quella parte d'elocuzione che si diceva Umanità; il ohe avvenne nel 1546: e l'anno appresso il Senato nostro ascrisse lui, e suo fratel Raffaele e tutta la loro posterità alla bolognese oittadinanza. — Dell' anno poi 1557, essendo venuto a Bologna per professore di Umane Lettere Francesoo Rofeertelli, vennegli dato a competitore Sebastiano Regoli, il quale con-vien conchiudere che non fosse valente come lui, perohè mentre l'irrequieto forestiero attaccava guerra del continuo col valente Sigonio, che mettevagli gelosia, stavasi in pace esemplare col Regoli, che correva la stessa strada.— Però Sebastiano, se la cedeva agli altri due in erudizione, non era ad essi inferiore in diligenza e in affezione di maestro; il perchè la reggenza senatoria gli accrebbe d'assai lo stipendio, e lo esentò da varie gravezze. Esempio ben raro a que' tempi ; rarissimo in appresso I —*
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