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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   ed egli si portò a Padova, ove stette quattro anni, cioè dall'anno i5ao al i5a4. In questo intervallo il Senato non abbandonò ogni pratica possibile per ricuperare un uomo, che faceva tanto onore al suo Studio, e ne venne a capo per mezzo del Pontefice Clemente VII. alle premure di cui i veneziani lo lasciarono partire, perchè tornasse a Bologna, come seguì, seco traendo molto stuolo di scolari, il che si rileva dalla lettera che prima di partire da Padova scrisse a Violante sua moglie in Bologna. Mentre quivi fermavasi, ebbe molti inviti, e dal Cardinale Gonzaga, e dal Cardinale Volseo; ed il Bembo pure lo sollecitò a tornare novamente a Padova, e Clemente VII. più volte gli fece giungere per li suoi Ministri degli inviti di recarsi a Roma, e più altri ancora il tentarono, come più diffusamente si vede nella vita scritta dallo Scarselli. Ma prevalse fin qui nell'animo di lui il quieto ed onoievol soggiorno di Bologna. Dopo la guerra crudele, che aveva fino a questi giorni agitata l'Italia, convennero finalmente il Pontefice Clemente VII. e l'Imperatore Carlo V. di abboccarsi in Bologna per conchiudere la paoe. Dio benedì l'opera, e si conciliarono le massime e gli animi ; onde il Pontefice ordinò che fosse fatto solenne rendimento di grazie all'Altissimo per questo felice avvenimento, e fu incaricato Romolo Aina-seo di recitare un'Orazione adatta a tale solennità; il che eseguì il dì primo dell'anno i53o alla presenza del Pontefice e dell'Imperatore, e di tutta la corte di ambidue i Sovrani, ed è la secooda fra le stampate nel Volume delle Orazioni dell' Amaseo. Ma già fino dal primo arrivo in Bologna di Carlo V. e di Clemente VII. aveva Romolo dato pubblico sag-gio della sua particolare faoondia.a questi iUastri personaggi, con due Orazioni recitate nel pubblico Archiginnasio in due consecutivi giotoi, ohe jegli chiamò poi prima e seeonda scuola, colle quadi intese di sostenere che'si dovesse rimettere e conservar l'uso della Latina lingua, e il maggior pregio di questa sopra la volgare, traendo l'argomento