BOLOGNESI a i5
ritornato a Bologna oon anniento di stipèndio, at-c tese sempre alla sua cattedra di lingua Greca : ma. dell' anno i58a, caduto infermo gravemente, consegni la giubilazione, per virtù del Cardinal Gua-stavillani, benché non avesse ancora quarant' anni' di servigio, come stabiliva un decreto del Senato dell' anno 1670. Ma la forza del male lo tolse di vita nel 1584 ' 6 città voleva dargli a successore Marcantonio Muretu, il quale però non potè accettare l'incarico. — Pompilio Araaseo fu più splendido che il suo patrimonio non comportava, ed ap-> partenne all'Accademia de'Convivali. Lasciò tradotti-di Greco in Latino i Frammenti di Polibio;-e, per commissione di Gregorio XIII, voltò pnre di Grecot in Latino alcune opere di san Giovanni GrisOstomo; versione che conservavasi manuscritta in Roma nella Biblioteca Ottoboniana.
Ed eccoci all' insigne Romolo Amaseo, padre di Pompilio. — Romolo nacque di Gregorio , letterato e diplomatico; e fu nipote di Girolamo, altro insigne per dottrina in Filosofia ed in Arti; e cugino di un Celio, il quale morì professor di Leggi in Avignone nell'anno di grazia i55a. Romolo, appena uscito dalle braccia della nutrice, fu portato a Padova, dove allora dimorava Gregorio, indi passò a Venezia ed a Bergamo, finalmente ritornò in Udine a proseguire sotto la disciplina di Girolamo suo zio quegli studi, ne' quali avea già cominciato il padre ad iniziarlo. Mentre ivi fermavasi,fu destinato Gregorio giudice di Val Lamone a qne' tempi dei dominio Veneto. Bolliva allora la guerra fra gli Spa-gnuoli e i Veneziani, e da una scorreria di soldati spagnuoli fu fatto prigioniero Gregorio e condotto a Faenza. Ciò intesosi da Romolo, corse tosto in aiuto del Padre , e collo sborso di non lieve somma, lo trasse dalle mani de'soldati, e salvo lo ricondusse alla patria. Questi pericoli e questi tumulti di guerra determinarono Romolo a trasferirsi ai Padova, per vivervi con maggior quiete, ed ivi tutto si diede allo studio delle lingue Latina, Greca,