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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   annali
   Ebbe il Pio molti amici, e qualche nemico an-corg : evidente segno eh' egli era grande. Ma esso non ne andava sgomentato, chè da un nemico pur anche si può trarre argomento di correzione , poiché talvolta i biasimi loro giovano più delle lodi de' troppo sviscerati amici.
   Tocchiamo di passaggio Nicolò Turchi seniore.— Nacque dal Dottor Floriano; venne laureato in filosofìa e Medicina l'u Luglio del i554, ed ammesso ad ambi i Collegi di queste facoltà. Indi fu creato nel pubblico Studio Lettore di Logica e Filosofia, poi di Fisica; e lesse in questa scienza fino al 1587; ina nell'anno seguente ai 14 di Maggio il auo spirito se 0' andò del corpo, avendo Nicolò 57 anni e dei mesi. Ebbe sepoltura il cadavere in san Giovanni in Monte; ma di presente non v' ha epigrafe che più lo rammenti.
   Anche un filosofo, e poi verremo ad altri scienziati di varia facoltà. Dicasi pertanto di Girolamo Zoppio. Costui si diede tutto allo studio delle buone lettere e della filosofia, nella quale venne laureato il 28 Luglio 1574. Appena salutato dottore, fu chiesto a Macerata per leggere in quello Studio Rettorica e Poesia, e colà si trattenne per molti anni , confermato più volte con aumento alla sua lettura. Ivi fu esso il fondatote dell'accademia dei Catenati, che fiorì ragguardevole per molti insigni soggetti che la componevano. — Ma richiamato in
   f»atria dagl' interessi di sua famiglia, vi ebbe nel-' anno i586 una lettura di Umanità, al tempo che siedeva maestro ed emulo Girolamo Bisaccioni, e diede la prima lezione il nostro Zoppio il a3 Dicembre : la qual lezione fu sì ornata e profonda che si volle fatta pubblica per le stampe. Grandissimo fu il concorso di scolari ch'ebbe Girolamo; e molti amici frai dotti uomini d'Italia si procacciò; e per tutti bastino il Varchi ed il Mureto. Ebbe ancora nemici in letteratura; ma Girolamo li guadagnò per yn motivo che gli dà onore grandissimo; per difendere le bellezze del divino poema di Dante. Belisario
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