Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Settimo', Salvatore Muzzi

   

Pagina (159/524)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (159/524)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   BOLOGNESI j$9
   Seppe egli unire a somma dottrina integrità di massime e di esercizio nei diversi impieghi ; come pure ebbe sempre una somma pietà in favore dei rei ; e questi suoi principi e sentimenti esorta nel-1' ultimo paragrafo della sua Pratica criminale, ricordando ai Giudici la clemenza , 1' umanità, la soavità verso i rei ; raccomandando loro d' essere pietosi, discreti, facili ad ascoltare, e pronti a soccorrere, ove possano, questi infelici. E sì era pieno di queste massime e tanto severo ed animato contro que Giudici che altrimenti operavano, che nella ripetizione alla rubrica de Fideiussoribus, e nel suo
   Co nsiglio quarto nella Raccolta de'Consigli, non dubita francamente declamare nella maniera più sdegnosa con tra il Podestà Tommaso Ferracci da Brescia che circa il i5o4 era in Bologna, uomo crudelissimo ed avaro, sostenendo non doversi dare la tortura ad un reo eh' egli aveva preso a difendere.—
   mente a' rei, altrettanto fu costante a
   non voler mai adoperare contro di loro, nè con iscritti, nè a voce, se non nel caso di esercitare la giustizia, come Giudice, nei diversi impieghi di Governatore, di Podestà e di Vicario, che ebbe a Sostenere ; e solo due volte forzatamente dovette scrivere in simile materia, come si legge nel primo Consiglio della Raccolta de'suoi Consigli a ciò -obbligato dalla autorità del Re francese Lodovico XII. in una causa di un ufficiale del Re, delinquente per lesa Maestà ; ed altra volta ( come apprendiamo dal Consiglio terzo) con tra Cesare Nappi bolognese, accusato di omicidio, essendo a ciò stato obbligato dal Governo sotto la pena di 5o ducati, come esso stesso ci narra. — Questo illustre Legale, oltre l'esercizio di diversi impiaghi in sua gioventù fuori della patria, e della cattedra nel nostro Studio, alla quale concorrevano moltissimi scolari, e della frequente difesq di rei , s'impiegò ancora moltissimo nello scrivere copiosissimi Trattati Civili e Criminali j che meritarono gli elogi di tutte le dotte persone
   Come
   Ippolito volentieri e pronta^
   v^ooQle