bolognesi
IOI
se non un voto per salire al soglio de'Pontefici. È in trono GregorioXIV., estimatore sì-munifico del nostro Gabriele, che più non gli oonsente ritornare alla patria. Il gregge suo, a buon governo ridotto, Tenga guardato da un Vicario. Roma ha mestieri di lui : ei ri rimanga pur anche. Gregorio vuol dirigersi co' suoi consigli ; si tratta del bene di tutta cristianità; e il Paleotti stia consigliere del Pont^ tefice. Ad Albano si celebri un Sinodo: il Paleotti ile è Vescovo; egli vi presieda. A Sabina si vuole mondare la vigna di Cristo dagl' infèsti roveti che l'ingombrano: il Paleotti è cuitor consumato; esso vi attenda. Quivi sarebbe utile un Seminario: a' istituisca, e il Paleotti lo disponga ordinato* Esiste in Roma un Collegio di giovani Maroniti del Libane, ebe si bando a convertire in Apostoli della cattolica Fede ; il Paleotti, esemplare di prudensa, vi vegga: egli ne detti le Costituzioni; «gli ne diriga l'economia ; egli procuri la stampa de' Sacri Libri in Maronitico idioma, per trasportarli in Oriente; egli sia padre, protettore, maestro dei futuri banditori evangelici.
Tatto è compito con quella cura solerte, con quella accorta provvidenza eh' è propria del Saggio. — Riposi il vecchio Porporato, si ristori le forzo. -