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Annali della cittā di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
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   archi trionfali, o altri nobili apparati, l'intenzione ed i fini de' quali furono due, 1' uno di mostrare l'affetto, e l'obbligo che tiene la cittā verso il suo Prėncipe; l'altro di celebrare i meriti del medesimo. Alla prima intenzione avevano riguardo le figure e i motti della porta della cittā, con quelle del primo arco seguente: al secondo fine il rimanente degli apparati.
   Or cominciando dal primo a raccontare in che disposizione si trovō il tutto nell'entrare di Nostro Signore in Bologna, dico, che nel giungere alla Ģittā, venendo di verso Ferrara si vedevano avanti la Porta di Galliera due pilastri quadri, uno per parte, sopra de'quali al sommo d'una cima leggiadramente fatta si erano due stelle d'oro. Sotto la stella posta a mano dritta eran queste lettere: lux orta justo ; sotto l'altra, a mano manca, queste : refulsit in temflo dzi ; tutte parole della Sacra Scrittura. Ed il loro significato č chiaro, sapendosi che le stelle sono insegna dell'illustrissima famiglia Aldrovandi, e la stella, massimamente quella, che sia della prima grandezza, nelle sacre lettere dinota i Profeti, gli Apostoli, i Patriarchi e i principali Prelati della Chiesa: e la luce significa abbondanza de'beni, prosperitā, consolazione, allegrezza; delle quali cose senza fallo Sua Beatitudine intesa per le Stelle, č stata in questi tempi alla Chiesa di Dio cagione e fonte. Dietro ai pilastri vi era la porta del ponte levatoio, a mano dritta .di cui era una statua grande, che aveva in braccio un cane, e con l'altro alzava la mano in fede, che dinotava la Fedeltāsotto a'piedi aveva scritto: candida semfer, volendo inferire la candida e pura fede della cittā verso la Santa Sede Apostolica, in cui non ha vacillato mai. A mano manca si vedeva un' altra statua, che col capo chino teneva una mano al petto, e nell'altra aveva un giogo, in cui vi era scritto: suave. Questa era Y Obbedienza, e aveva aooh'ella il suo motto che diceva: sancto debita imperio, che essendo il giogo della Signoria Ecclesiastica soave