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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 553
   ANNO DI CRISTO 1861»
   Poche coso avremo a dire in qnest'anno, se non Vogliasi notare che il Legato Borromeo, avendo veduto come Bologna difettasse di begli edilìzi nel suo centro , pensava a fare adorna di regolare facciata la fabbrica detta il Portico de* Banchi, e pensava a ricostruire dalle fondamenta il famoso Archiginnasio nella piazza del Pavaglione; nonché a provvedere di due pubbliche fonti la città medesima: ma queste opere si ritardarono di due anni, imperversando nel presente una squallida carestia, per cui venne obbligato il Vescovo di Narni, rappresentante di lui a provvedere invece alle necessità de'poverelli, con quella carità che il Borromeo gì'ispirava e che il cuor suo tanto degnamente sentiva, rer la
   2naie carità furono i poveri provveduti di pane e i minestre, acciocché di fame non perissero, o non avessero a darsi a male arti per procacciarsene.
   I ricchi però, cui mai non incoglie carestia, pro-seguiron nel lor talento di sollazzarsi con feste di giostre e di torneamenti, e ciò specialmente facevan quelli della Compagnia od Accademia della Viola, che radunavasi lungi dal commercio delle genti ne-
   fli orti e nel palazzo di Besso Ferrerio Marchese di lasserano, discendente da quel Legato che istituì il Collegio di questo nome dov'ora è l'Orto Botanico, e dove ora di sì bella scienza si danno lezioni teorico-pratiche dagl' insigni Bertoloni.