Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Sesto', Salvatore Muzzi

   

Pagina (520/671)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (520/671)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ANNALI
   ANNO DI CRISTO 1555.
   Benché Papa Giulio si trovasse in buona amistà coli'Imperatore, pure volle che si assoldassero ottomila fanti ed alcune compagnie di cavalli, facendone Capo e generale Cammillo Orsini, che li distribuì parte alla guardia di Roma e parte a Bologna, per assicurare, non solamente Roma e Bologna da ogni travaglio e dall'armi troppa vicine ; ma tutto lo Stato Ecclesiastico , che per 'ungo tratto confina e circonda la Toscana ; nel quale avevano gl' imperiali cominciato a far guerra contro i Sanesi, che sentendosi maltrattati dai ministri di Carlo V. si erano sottratti alla sua protezione. E quantunque raccomandati al Re di Francia, fossero per alcun tempo difesi ed aiutati dai soldati francesi, condotti da Pietro Strozzi fuoruscito di Fiorenza, o generale di quella impresa; furono nondimeno alla line tra due anni costretti per la fame patita nel lungo assedio, d'arrendersi. E poi ancora, dopo alcun tèmpo, di consentimento di Filippo Re di Spagnài e figliuolo di Carlo Imperatore (ohe a lui ebbe dato gran potere, chiudendosi a san Giusto in un Chiostro) dovettero sottomettersi all'ubbidienza di Cosimo dei Medici Duca di Fiorenza, il quale coi suoi denari avea pagato i soldati, e fatta la maggior parte delle spese della guerra. — Ma perchè con più. ordine che non è nel Vizani, si vegga la storia di questa caduta di Siena, rechiamone un cenno circostanziato, traendolo da storici più moderni, e specialmente dagli Annali del Muratori.
   Cosimo abolì il nome di repubblica in Siena così come fatto avea in Firenze. Quella cittadinanza, per sì lunghi anni fedele al partito ghibellino, avea dato a divedere la stessa devozione all'Imperatore nelle guerre del principio di quel secolo. — Carlo V.