BOLOGNESI
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Fatta P ultima riverenza, Carlo discese prontamente l'estremo scalone, e salito a cavallo, perchè andava tutto armato di corazza, preso com' ebbe 1' elmo, usciva dal palagio ed incamminavasi alla
Ì>artenza. Egli se ne andava preceduto dalle sue mì-izie, e col corteggio medesimo, in pomposa forma, ch'aveya all'ingresso suo in Bologna. Cavalcarono di pari a lui Principi e Duchi, ed i Cardinali Farnese e Pucci: gli altri Cardinali coi cappelli rossi in capo lo seguirono: dietro ad essi venivano molti Arcivescovi .Vescovi, Prelati, ed Ufficiali dei più ragguardevoli della corte ecclesiastica. Giunto essendo Cesare alla porta di san Felice, con benignis-sime parole ringraziò il sacro Collegio e quei Signori eh' erano stati cortesi d' intervenire a sì onorevole accompagnamento, ed offerendosi ad ogni piacer loro si licenziò, nell' atto che essi replicavano riverenti salnti. Cesare , appena uscito dalla città ritrovava Marco Antonio Marsigli, Gonfaloniere di Giustizia, accompagnato dagli Anziani, dai Tribuni della Plebe e da molti de' Senatori che componevano il bolognese Reggimento. Eglino, innanzi alla Maestà Sua ed all'imperiale corteggio, fermi in quel luogo, desideravano nuovamente di far riverenza. Sua Maestà, a segno di gradimento, disse loro parole umanissime e li ringraziò delle molte cortesie in Bologna è da'bolognesi ricevute ; e con benignissime esibizioni si licenziava per seguitar il viaggio verso Castel Franco, dove intendeva di fermarsi a desinare. Durante tale viaggio fu accompagnato dai Cardinali Cibo e Medici, i quali per commissione del Pontefice dovevano corteggiarlo sino a Mantova.
Il Senato bolognese avendo presentito che Sua Maestà si sarebbe fermata a quel Castello, apparecchiar vi fece provvisioni abbondanti, non solo di cose scelte e adatte alla persona di Cesare ed alla corte sua; ma ben anche per vettovaglie e provvisione de' soldati : giacché dice vasi eh' egli voleva colà trattenersi tutta la giornata e parte della notte , per istarsene un poco in riposo. Nondimeno si