4 So
ANNALI
città furono date in deposito all' Imperatore e te-* nute, per cui spettavano, da agenti ed ufficiali di esso , con soldati Spagnuoli a presidio. Alle condizioni di questo accordo fu difficile indurre il Duca : più facile convenivano il Papa, nella lusinga che il laudo non si pronunzierebbe, quando avesse a tornare quel giudizio alle pretensioni sue sfavorevole. Fissaronsi queste condizioni in virtfe di pubblico instrumento, che dai ministri de' Principi controvertenti era sottoscritto in Bologna il giorno ventuno Marzo anzidetto: e veniva giurato in tutta la sua piena osservanza pel corso di sei mesi, termine fissato da Carlo a pronunziare la sua decisione e sentenza, e ad accordare spazio di tempo a produrre documenti di più fondate ragion ni, sia dalla parte della Chiesa, e sia dall' altra dell' Impero.
Carlo , avendo accordato nel modo anzidetto il Duca di Ferrara ed il Pontefice Romano, avanti eh' ei partisse da Bologna diede le disposizioni opportune non solo per ritornare i Medici nel godimento degli antichi onori e delle avite ricchezze, ma eziandio per costituirli Principi della patria : e quindi conferito ad Alessandro il titolo di Duca di Firenze, ordinò che per forzà d'armi fosse introdotto in quella città e messo in possessione del nuovo Ducato. Fece poi subito scrivere al capitano-generale (Filiberto Principe d' Oranges) delle varie milizie destinate a siffatta impresa, che, raccogliendo i soldati veterani e sparsi per la Tosca*? xia, ad essa città stringesse l'assedio o la prendesse d'assalto, accrescendo le forze sue militari quanto più. richiedeva il bisogno e la sollecitudine. Il nominato Principe scrisse a Galeazzo Farnese, a Pietro ed Ascanio Colonna, a Giambattista Savelli, al Conte Giovanni Sassatelli da Imola, al Conte Pietro di San Secondo, e ad altri ufficiali maggiori, acciocché si riunissero a Spello, ov'erano convenuti Don. Ferrante Gonzaga, generale della cavallerìa e luogotenente di esso principe, Don Alfonso d'Avalos,