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che Sua Santità diede a speriate di mostrarti io futuro quale si tenue eh'égli fosse qu and ofk; Papà' dichiarato dal venerando consesso dei Cardinali1.
La morte frattanto di Lorenzo de'Medici obbligò il Pontefice ad adottare nuove ri&olttziotiì pel gO^: verno dello Stato fiorentino, che teneva àspéèto di; repubblica, ma dipendeva dai Medici. Se ristabilirlo' in assoluta Repubblica, se ridurlo in mónarèhia,' erano -pennesi in gran conflitto nell'aniÉiO'del ^apa.' Avrebbe potuto Leon X. assumere la sovranità della Toscana; ma egli'vedeva che la Pontifici* costituzione troppo ripugna coli'esercizio d'un potete ino-' narchico. Adunque ricorse per consigli ai più gran politico vivente allora tra' fiorentini, a Nicotò Machiavelli, il quale scrisse un discorso sopra; il rifor-mare lo Stato in Firenze, ubbidendo all'istanza di Leone Papa. In esso discorso mostrò come le repubbliche possano alterarsi volgendo alla monarchia, et le monarchie possano declinare in repubbliche ; mentre uno Stato misto può essere 'distrutto per due opposte tendenze. Indi persuase di mantenére in Firenze la repubblica , standovi però a capi, Leone stesso ed Ippolito Cardinale de' Medici, i quali rie avessero la protezione finché durassero in Vita: tea perché le loro dignità li tetrebbéro troppo lungi1 da Firenze e in altre cure distratti, cosi la lor 'patria non muterebbe dall' antico stato, e la città dell'Ateo durerebbe in possessione delle solite franchigie; essa che ornai era l'unica delle città d'Italia in demo^ crazia d' alcun nerbo.
Il sistema però che il Machiavelli proponeva pel governo di Firenze, non venne adattato pieriamen^ te, sì perché i Medici dovean presiedere per l'av^ venire alla Tosoana fiorentina, sì peròhè questa era già congiunta di relaziobi colle piò. ragguardevoli potenze, e collegata al Pontéfice per accrescer rie l'in-* fiuenra e ia forza. —Intanto il'Cardinale Giulio dei Medici (venuto a Firenze poco prima che Lorenzo vi morisse) soprantendeva al reggimento dello Stato, e sotto gli Ordini del Papa stabilì quei regolamenti