Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Sesto', Salvatore Muzzi

   

Pagina (104/671)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (104/671)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ANNALI
   de'Medici eoo cinquanta persone di segtiifo. Lk pro-cessione cominciava col efero e col Santissimo Sacramento preceduto dai ceri acoesi, e collocato sotto an baldacchino portato dai Canonici della Cattedrale. Venivano in appresso i Cardinali secondo il grado loro di Diaconi, Preti e Vescovi, i quali arano accompagnati da cento giovani di nobili famiglie, tutti superbamente ed uniformemente vestiti. Il maestro delle cerimonie del Papa, il prefitto Paride Grassi Vescovo di Pesaro, co'suoi assistenti precedeva immediatamente il Papa, il quale avanaavasi sotto un baldacchino, portato dal Gonfaloniere e dai primi magistrati di Firenze ; e ad esso tenean dietro i Ciambellani, i Fisici, i Segretari e gli altri Officiali della casa del Papa. Tra questi era il suo Tesoriere, il quale durante tutto il corso della processione spargeva monete al popolo, al quale*oggetto il Papa si era riservata una somma di d,ooo zecchini. Vedessi dappoi una lunga serie di Prelati e di ecclesiastici, ed in ultimo venivano le guardie del Papa a cavallo. In questa guisa passò la processione a santa Maria del Fiore, fermandosi sovente il Papa ad osservare le iscrizioni ed i trofei, che si vedeano lungo la strada. Al suo arrivo alla Chiesa egli trovò un alto palco i sul quale camminò con pochi del seguito dalla porta fino all' aitar maggiore, mentre il rimanente della eua oorte rimase abbasso nella chiesa. Egli si trattenne oolà in preghiere oltre il consueto; e tosto dopo il Cardinal Giulio de'Medici come Arcivescovo di Firenze, cantò la messa e recitò le solite orazioni. Il Papa diede quindi la sua benedizione, e dispensò l'indulgenza plenaria a tutti gli astanti ; dopo di ehe ri ti rossi a ristorarsi dalle Sofferte fatiche, nel monastero di santa Maria Novella ; e il popolazzo passò la sera in acclamazioni di gioia. Il riposo della notte fu turbato dagli spari del cannone, che il prudente maestro delle Cerimonie aveva strettamente proibito durante il giorno, affinchè i cavalli dei cortigiani laici, o le mulo degli ecclesiastici, presi da spavento non gettassero per terra i loro cavalcatori.