bolognesi
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ogni ordine sociale, sbandire il sommo bene della pace, far misero uno stato felice !
Ma rivolgiamo la mente a liete cose. Vediam Giovanni che seguace di Minerva, non pur nell'aringo dell' armi, ma in quello di Sofìa, accoglie nella magnifica sua corte, tuttogiorno ospitale a Principi ed a Baroni, poeti, scienziati e letterati non solo di Bologna , ma di altre città : facendosi bella corona d'un Garzoni, d'un Magnani, d'un Salimbeni, d'un Cesare Nappi, di un Vincenzo Paleotti, di un Girolamo Manfredi, d'un Filippo Beroaldi ; per tacere d' un Giambattista Refrigeri, d* un Cristoforo Poggi , d' un Gregorio Roverbella, d' un Giacomo Pietramellara, e di tanti altri.— E talvolta si formò un serto non meno eletto, ma cresciuto in altro suolo; come un Francesco dal Pozzo detto il Puteo-lano , un Antonio Urceo di Rubiera, detto volgarmente Urceo Codro, un Mariano Gualterio fiorentino , un Francesco Cieco fiorentino pur esso, un Lapaccino Filippo, nativo ei pure sull' Arno , un Nicolò Burci nobile parmigiano , un Giammichele Nagonio, un Pietrobuono Girolamo d'Alessandria, marchese d'Incisa e signore d'Ovilie: dei quali tutti il Bentivoglio fu mecenate e fautore, emulando fra le domestiche sue mura i portici d'Academo. Fu egli che in Italia emular seppe Lorenzo il Magnifico; ornando Bologna di sontuosi edifìci, chiamando a sè pittori, scultori, poeti e cento dotti che onoravano allora l'Italia; e tutti ricompensando magnificamente: ed arricchendo ad un tempo la patria di statue, dipinti, manoscritti e libri a gran numero. E paternamente ancora noi lo vediamo favoreggiare le arti gentili, che per lui scosse dal torpore, tornarono a bella vita maravigliosamente. A lui debbe Italia quel grande ingegno che fu Francesco Francia ; emulo di Nicolò Finiguerra nel niellare, del Caradosso nel cesellare, di Pier Perugino nel trattare il pennello ; maestro di cento rinomati artisti che stabilirono il decoro della scuola bolognese eminèntemente cattolica. De' quali scolari suoi basterà
Annal. Boi. T. V.
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