BOLOGNESI 471
da Lorenzo Costà, che figurò Papa Urbano in atto d'istruir Valeriano nella Cattolica religione. La terza storia, che non è bene deciso se da Giacomo Francia o dal Tamarocci fosse condotta , mostra Valeriano battezzato dal detto Urbano Pontefice. La quarta è stupenda opera del Chiodarolo, che vi espresse santa Cecilia collo sposo Valeriano incoronati di rose dall'Angelo Custode. La storia seguente fu trattata dal bizzarro Amico Aspertini , che condusse con molta arte il martirio di san Valeriano, e quello del fratel Tiburzio, da lui convertito alla fede. E lo stesso Aspertini dipinse in altro quadro la sepoltura data ai mozzi cadaveri dei santi martiri fratelli. E pure dell' Aspertini il colloquio fra Cicilia e l'Idolatro Prefetto Almachio : questi in atto di chi ascolta , quella in atto di chi sostiene con fortezza la ragion ne de'cristiani. L'ottava storia, (fattura o di Giacomo Francia o del detto Tamarocci ) dimostra il doppio martirio cui sostenne Cecilia per la fede cristiana. Il Costa ha dipinta la santa Donna che dispensa ai poveri le sue dovizie innanzi di morire; e il famoso Francia, nella decima ed ultima storia fece presente la tumulazione di Cecilia , fatta del novero de' beati tre giorni dopo il martirio.
La semplicità , la naturalezza, le posate e dolci attitudini , la correzione del disegno, la bontà del colorito, la proprietà de'caratteri nelle teste, la ve* rità non esagerata delle espressioni, la facilità e il buono stile delle pieghe , la grazia , la divozione , l'anima, il movimento, la saviezza del comporre, la varietà non isforzata delle movenze, la finitezza non istentata nell'intero dell'opera, la trasparenza delle tinte di carnagione, gli scorci veri e non aspri, la soavità nelle teste muliebri, la severità nelle ma-* schili, il decoro in tutte, sono le doti principali di queste dieci dipinture in parete, che il Bentivoglio colla solita munificenza procacciò, e che il Francia co* suoi coevi magistralmente eseguirono. Se nessun dipinto , tranne questi, rimanesse a Bologna , pur basterebbero per segnare una pagina gloriosissima Annal. Boi. T. V. 60